Notizia pubblicata il 09/08/2025, letta 1279 volte

5 PUNTI DI PENALIZZAZIONE PER IL CITTA’ DI CASTELLO


I fatti si riferiscono alla precedente stagione: il mancato pagamento di Armillei e Colocci e l’utilizzo di 5 giocatori non tesserati e senza certificato medico. Il presidente Bergoglio: “Noi abbiamo saldato tutto ma paghiamo colpe non nostre"

Sabato 9 agosto 2025
di Nicola Agostini

Il Città di Castello inizierà il campionato di Promozione con 5 punti di penalizzazione in classifica. A deciderlo il Tribunale Federale Territoriale, presieduto dall’avvocato Francesco Temperini, sulla scorta di 3 deferimenti della Procura Federale. Andiamo per ordine.

a) Deferimento della Procura Federale 20 luglio 2025
Il Città di Castello ha schierato, durante lo scorso campionato di Eccellenza, in posizione irregolare, poiché non tesserati e privi della certificazione medica, 5 giocatori: Marco Bruschini ed Hassen Amri, Mama Sougou, Gibi Mbye e Lamin Dabbo. Per questo il Tribunale ha deciso 3 punti di penalizzazione per la società, 5 giornate per Bruschini e Amri, 3 giornate per Souou, Mbye e Dabbo, da scontare nella stagione 2025-2026. Oltre a ciò 267 euro di ammenda al club, 6 mesi di inibizione a Paolo Cangi, all’epoca presidente della società, e un’inibizione di 3 mesi e 10 giorni all’accompagnatore ufficiale Francesco Cagnoni.

b) Deferimento della Procura Federale 19 luglio 2025
Il Città di Castello non ha provveduto al pagamento di quanto statuito dal lodo arbitrale in favore dell’allenatore Massimiliano Colocci nel termine previsto nel lodo stesso (30 giorni dalla notifica). Per questo il Tribunale ha deciso 1 punto di penalizzazione per la società, da scontarsi nella stagione 2025-2026, e 6 mesi di inibizione per Fabio Calagreti, all’epoca presidente del club.

c) Deferimento della Procura Federale del 30 aprile 2025
Mancato pagamento della somma dovuta al tecnico Antonio Armillei entro il 6 gennaio 2025.
Per questo il Tribunale ha deciso 1 punto di penalizzazione per la società, da scontarsi nella stagione 2025-2026 e 6 mesi di inibizione per Paolo Cangi, all’epoca presidente del club e 600 euro di ammenda al club. Penalizzazione che non è stata fatta scontare nella stagione scorsa perché il Città di Castello era già retrocesso.

Sulla vicenda è subito intervenuto il presidente Matias Bergoglio, che ha rilevato la società da Fabio Calagreti, a sua volta succeduto a Paolo Cangi ad inizio febbraio: “Siamo consapevoli della penalità inflitta alla nostra squadra a causa di irregolarità e problematiche gestionali maturate in un periodo precedente all’attuale gestione. Pur non condividendo l’impatto che tali decisioni hanno sui nostri atleti e sui nostri tifosi, accettiamo con senso di responsabilità la situazione attuale.
Il nostro impegno, fin da subito, sarà quello di garantire una gestione trasparente e corretta, con l’obiettivo di restituire alla squadra la serenità necessaria per affrontare il campionato.
Siamo certi che, grazie al lavoro del gruppo e al sostegno della nostra tifoseria, sapremo trasformare questa difficoltà in uno stimolo ulteriore per raggiungere i nostri traguardi sportivi”.

Nella foto un momento della presentazione della nuova società. Da sinistra il sindaco di Città di Castello Luca Secondi, il presidente dello Junior Castello Giuseppe Falconi, l'assessore allo sport Riccardo Carletti e il nuovo presidente Matias Bergoglio