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“CIAO RIKY, CONTINUA A FARE SOMBRERI ANCHE LASSU'”

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Il compagno di squadra Michele Quinti ricorda Riccardo Pizzi: “Voglio credere a un brutto sogno. Sarei disposto a lasciargli tutte le punizioni col mancino”. Il tecnico Francioni: “Non esiste avversario che ce l'abbia con lui”. Mercoledì l'autopsia

Lunedì 29 agosto 2016
di Nicola Agostini

“Stanotte non ho chiuso occhio. Non riesco a togliermi dagli occhi l'immagine di Riky esanime a terra. In 45 anni di calcio non avevo mai vissuto una cosa simile”. Gianni Francioni non ha voglia di parlare. Il tecnico del Cannara aveva voluto Riccardo Pizzi con sé anche in quest'avventura, dopo averlo allenato a Valfabbrica, Nocera e Santa Maria degli Angeli.
“Non si può morire così a 30 anni, non si può”. Riccardo tocca un pallone all'indietro al suo portiere e, mentre si allarga per ricevere il passaggio di ritorno del compagno, cade a terra a pochi metri dalla sua panchina. Senza più rialzarsi. E' il minuto 17 di quel Cannara-Nuova Fulginium di Coppa di Promozione che ieri segnava il via della nuova stagione. Una delle tante per lui che aveva girovagato per Umbria e Marche, tra Pergolese, Gualdo, Città di Castello, Angelana, Bastia, Valfabbrica, Nocera e Cerqueto per coltivare quella passione che riusciva a far conciliare, con tanti sacrifici, con il lavoro in un'azienda di Fossato di Vico impegnata nel settore della bitumazione.
IMPOSSIBILE NON VOLERGLI BENE - “Aveva una passione incredibile – continua Francioni – ed era di una serietà senza paragoni. A Nocera, in una stagione tormentata, è stato forse l'unico giocatore che non si è mai lamentato. Alla fine di ogni allenamento riportava sempre palloni e casacche. Credo che non ci sia avversario che ce l'abbia con lui. Era veramente un ragazzo troppo bravo, dentro e fuori dal campo”. 
IL RE DEI SOMBRERI – “Io non voglio crederci”. Michele Quinti, 29 anni, aveva ritrovato Riccardo Pizzi come compagno di squadra a Cannara dopo aver condiviso le esperienze insieme a Valfabbrica, Nocera e Santa Maria degli Angeli. “Per non piangere mi fermo a pensare ai suoi sombreri al limite dell'area sugli attaccanti avversari. Era fissato. E mister Francioni si arrabbiava come pochi. “Riky, basta coi sombreri. Ma che hai risolto quando hai fatto il sombrero? Hai segnato? I sombreri falli al limite dell'area loro, non al limite dell'area nostra”. Lui guardava il mister, sorrideva e tornava subito sul pezzo. Anche il mister non riusciva a rimproverarlo perché era troppo bravo. Ieri, prima di entrare in campo, il mister ci ha detto: “Riky, le punizioni col sinistro le batti tu. Se ti si avvicina Michele (Quinti ndr) mandalo via. Anche se ti promette in cambio un paio di scarpette”. Del resto le avevamo provate venerdì. Io non avevo preso mai in porta, lui le aveva messe tutte dentro. Non succedeva spesso ma...”.
IL COMPAGNO DI TANTE RISATE - “Era una presenza fondamentale nelle serate fra compagni. Non fumava, non beveva. Era di supporto, in tutti i sensi, per tutta la squadra. Soprattutto a Valfabbrica. Battute a parte. Il destino è proprio ingiusto. A 30 anni – sottolinea Quinti con la voce rotta - aveva già fatto una vita di sacrifici al fianco della sorella e della mamma. Adesso che stava anche per sposarsi è successo quello a cui io stento ancora a credere”.
ATTESA PER L'AUTOPSIA - Mercoledì sarà eseguita l'autopsia sul corpo di Riccardo, che svelerà le cause del decesso. Poi verrà resa nota la data del funerale che sarà un autentico bagno di folla. Riccardo Pizzi era in regola con la visita medica che aveva effettuato in un centro specializzato di Gubbio. Anche la società del Cannara aveva rispettato le consegne federali che consigliano la presenza di un medico in panchina. L'obbligatorietà vale solo per il campionato di Eccellenza e, in ogni caso, il medico del Cannara si trovava in panchina. La società ha a disposizione anche un defibrillatore che il dottor Mattia Manni ha provveduto ad utilizzare insieme al personale dell'ospedale di Assisi, arrivato dopo un quarto d'ora, e ai medici presenti sugli spalti, fra gli spettatori. Per Riccardo però, nonostante 45 minuti di manovre, non c'è stato nulla da fare.
“Dai Riky, sono Michele, facciamo così. E' stato tutto uno scherzo. Ci vediamo domani al campo. Puoi fare tutti i sombreri che vuoi e da adesso in poi ti lascio calciare tutte le punizioni. Basta che torni. Promesso...”.

Nella foto, by Cagliesi, Riccardo Pizzi 

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