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MISSAGLIA: “A ORVIETO SI PUO' FARE CALCIO COME PIACE A ME”

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L'attaccante dopo l'approdo in biancorosso: “Zampagna un garanzia, allenamenti di giorno, società seria e piazza importante. Porcari mi ha convinto subito e senza Massetti sarei perduto. Vorrei subito una doppietta da dedicare ai gemelli...”

Domenica 17 giugno 2018
di Nicola Agostini

“A Orvieto si può fare calcio come piace a me. Società seria, allenamenti di pomeriggio e Zampagna è una garanzia”. Claudio Missaglia parla da giocatore dell'Orvietana. Cinque campionati di Eccellenza vinti negli ultimi dieci anni, l'ultimo dei quali due mesi fa a Bastia. Il puntero però è allergico ai proclami: “A 34 anni – sorride – sono diventato umile. Battute a parte, non serve a nulla fare i fenomeni. Bisogna far parlare il campo. Io sono uno che vuole sempre vincere, ma ci sono le avversarie. Intanto, quello che conta, è che ad Orvieto ci sono tutte le condizioni per fare bene. Con Zampagna ci siamo trovati subito, dalla prima telefonata. La piazza è di quelle che contano, la società è seria e il ds Porcari mi ha fatto sentire importante. Ora sta a me ripagare la fiducia. Ma le responsabilità non mi pesavano a 20 anni, pensate un po' ora...”. 
Con Missaglia, ad Orvieto, ci sarà anche il portiere Giacomo Massetti, già con Claudio a Città di Castello e nella passata stagione a Bastia. “Senza di lui ormai sarei perso...”. Nella macchinata che si muoverà da Castello ad Orvieto mancherà Davide Zanchi, approdato al Foligno. “Peccato davvero – continua Missaglia – perché se abbiamo vinto a Bastia lo dobbiamo soprattutto a lui. Davide è uno che fa la differenza. L'unica cosa positiva è che almeno non arriveremo in ritardo. Credo che non sia mai arrivato puntuale ad un appuntamento”. 
Niente proclami dunque per Missaglia che fissa comunque un obiettivo, pensando ai due gemelli che sua moglie Elisa darà alla luce ad agosto. “Ecco, diciamo che dovrebbero nascere prima dell'esordio in coppa. Segnare alla prima partita ufficiale non sarebbe male. Un gol? Non basta, per fare le cose per bene, ci vuole una doppietta”.

Nella foto, by Manuali, Claudio Missaglia

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