Domenica 5 luglio 2020
di Nicola Agostini
“La cosa più difficile è spiegare a Tommy perché ho deciso di smettere. Mi ripete: “Ma quindi papà non farai più gol la domenica?”. Alla fine gli ho detto che smetto perché tanto lui ormai, a 6 anni, con la maglia de Pontevalleceppi, è così grande che già segna più di me”.
Come il piccolo Tommy, però, sono in tanti a chiedersi perché Marco Marri abbia deciso di appendere gli scarpini al chiodo. “Perché ho l’opportunità di cimentarmi in un ruolo diverso che mi affascina, in una società seria come il Pierantonio. Non mi vedo allenatore, ma la figura del direttore generale mi piace. A novembre poi arriverà anche Federico. Per dedicare gol a due figli ci vuole almeno la doppia cifra e a 37 anni non so se ce la faccio più a raggiungerla”.
Sarà. Intanto, prima che il Covid chiudesse anzitempo la stagione, El Buitre si è tolto l’ennesima soddisfazione della carriera timbrando 10 reti in campionato che hanno permesso al Pierantonio di salire in Promozione. Sesto salto di categoria per Marco dopo la vittoria dei playoff di Promozione con il Pontevalleceppi, l’Eccellenza vinta con Pontevecchio, con annesso triplete, Villabiagio e Gualdo Casacastalda e la serie D dei record a Perugia.
Quel Grifo attorno a cui ha ruotato in pratica tutta la carriera di Marco Marri. Dal ritiro ad Abbadia Salvatore con Serse Cosmi nel 2001. “E chi se lo dimentica? Mi spogliavo accanto a Marco Materazzi…”. Proprio Cosmi che gli affibbiò il soprannome di Buitre: “Un giorno, stavo in Primavera, mi fermò e mi disse che gli ricordavo Butragueño per le movenze. E da quel giorno, ogni volta che ci siamo incontrati, mi ha sempre chiamato Buitre”.
Marco Marri, l’enfant prodige delle giovanili biancorosse, vice capocannoniere degli Allievi Nazionali dietro un certo Simone Pepe bomber della Roma. Doppia cifra fissa anche nella Primavera, tanto da essere convocato in prima squadra nel ritiro estivo… “Alla fine del ritiro volevo giocare con continuità e ho chiesto alla società di andarmene. Walter Sabatini mi invitò a ripensarci ma io ero deciso. Mi disse: “Allora trovati squadra in 24 ore”. Ho firmato per la Nestor, in Eccellenza, allenata dal compianto Stefano De Nigris. Alla seconda partita di campionato, dopo 20 minuti, mi sono rotto il crociato. Un errore che non farei più. E mi ha pesato per parecchio tempo. Adesso invece sono convinto che nel calcio ognuno ha quello che si merita. Ho segnato 236 gol in campionato in tutte le categorie, dalla serie D alla Prima. E oggi sono felice di quello che ho fatto”.
236 reti con le maglie di Nestor, Todi, Pontevecchio, Pretola, GrifoPonte, Perugia, Tiberis, Casacastalda, Villabiagio, Angelana, Perugia, Pontevalleceppi e Pierantonio. Sei campionati vinti, una coppa di Eccellenza regionale con la Pontevecchio, una nazionale di Eccellenza sempre con la Pontevecchio e una coppa di serie D con il Perugia.
E un gol anche fra i professionisti: 4 agosto 2013. “E’ vero, la Tim Cup contro la Virtus Entella con la maglia del Gualdo Casacastalda. Perdemmo 5-2, segnammo io e Ciccio De Luca? Mi hanno fatto segnare? Sicuramente. Chi avesse vinto, avrebbe giocato contro il Padova e, a seguire, nel tabellone, c’era l’Inter”.
A proposito di Gualdo Casacastalda, Marco Marri pallone d’oro del calcio umbro 2012, unico giocatore umbro dilettante ad essere intervistato in diretta su Sky Sport a Speciale Calciomercato da Luca Marchetti e Alessandro Bonan. “Il dvd con quella registrazione me lo tengo in cassaforte...”.
Archiviata la sezione interviste, andiamo a quella “Gol da ricordare”. “La partita perfetta?Montevarchi-Pontevecchio 2-4. Gol di Sorbini e Montevarchi avanti 1-0, poi ho segnato 4 gol. Befana 2008. Cose che capitano una volta nella vita…
Il gol, anzi i due in un colpo solo, ai quali sono più legato, sono quelli segnati a Deruta con la maglia del Perugia. Una doppietta che ancora oggi i tifosi del Grifo mi ricordano, nella domenica in cui si celebrava l’anniversario della scomparsa di Renato Curi.
Però mi porto dentro anche il rigore del 3-2 segnato al Curi, sotto la Nord, sempre contro il Deruta, nella gara di ritorno che ci ha spianato la strada verso la C. Era il compleanno del presidente Damaschi quel giorno.
Quell’anno, però, il gol più bello l’ha segnato Emiliano Frediani: quel sinistro a Scandicci da posizione impossibile è qualcosa che va contro le leggi della fisica...”.
Marco Marri mai una parola fuori posto, Marco Marri il bomber implacabile in area di rigore, esempio autentico di correttezza e sportività, Marco Marri che si è sempre ispirato a…? “Non ho mai avuto un mito particolare se non Marco Negri, avendo fatto le giovanili nel Perugia in quegli anni. Se ho fatto quel poco di carriera che ho fatto, però, devo ringraziare soprattutto gli “anziani” della Pontevecchio nell’anno in cui abbiamo vinto il triplete. Da gente come Nofri, Balducci, Martinetti, Fatone, puoi solo imparare che cosa significhi essere giocatore. A 23 anni mi hanno trasmesso quella mentalità che prima non avevo”.
Nofri e Martinetti adesso, insieme al presidente Palazzoni, avranno già iniziato la trattativa per portare Marco Marri al Centrogomme per continuare a vincere anche nella Uisp... “Sì – sorride – ma ho sempre avuto una passione che non ho mai potuto coltivare: il tennis. Ed è arrivato il momento. Come bastone della vecchiaia, meglio una racchetta. E occhio perché ho un rovescio ad una mano niente male...”. E allora chissà che da Buitre a Roger il passo non sia davvero breve... Intanto, grazie bomber...
Nella foto, by Manuali, Marco Marri